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L'importanza di fare movimento

Ancora troppe persone non danno la giusta importanza all’attività fisica. Il corpo umano è come unamacchina: sia che la si usi eccessivamente e senza criterio, sia che non la si usi, tenderà a rovinarsi prima del tempo. Affinchè il nostro organismo continui a funzionare efficientemente e a lungo, deve essere mantenuto attivo con le giuste metodiche e modalità.

Chi segue uno stile di vita (correttamente) attivo:

  •   rallenta il naturale processo di invecchiamento e dimostra una età biologica (aspetto ed efficienzafisica) più “giovane”

  •   ha una minore incidenza di patologie soprattutto di tipo cardiocircolatorio, cardiorespiratorio, articolare e metabolico

  •   si ammala meno dei “semplici” raffreddori

  •   mantiene una mente più lucida ed efficiente

  •   mantiene più facilmente il peso forma

  •   ha più “energia” durante tutto il giorno

  •   ha un umore migliore


    Questo breve elenco, esemplificativo ma non esaustivo, dovrebbe già da solo far capire che l’attività fisica,se eseguita in modo corretto, non ha controindicazioni ma anzi è consigliata e assolutamente indicata per tutti, dai bambini agli anziani.
    Tale concetto è ancora più importante nella nostra società dove tutto è organizzato per farci fare meno fatica possibile, il che si traduce in sempre meno movimento. Si pensi all’utilizzo dell’auto, agli ascensori, a tutti quei prodotti che non andiamo più ad acquistare nei negozi ma che ci vengono recapitati direttamente a casa e alle proposte allettanti fornite dall’intrattenimento mediatico che ci fanno passare sempre più tempo seduti di fronte ad uno schermo piuttosto che a passeggiare, a correre, a pedalare o a nuotare. Non voglio essere frainteso, non sto dicendo di non usare più i mezzi motorizzati, gli ascensori od il servizio di recapito a domicilio della spesa (anche se una riduzione dell’uso di queste “modalità” apporta sicuramente dei benefici), ma affermo che più utilizziamo queste cose e più “dobbiamo”, se non vogliamoperdere prematuramente l’efficienza del nostro organismo, fare attività fisica in modo volontario, costante, organizzato e mirato.


    Il corretto movimento dovrebbe far parte del nostro stile di vita; come ogni settimana cerchiamo dei momenti per rilassarci e passare del tempo in modo piacevole, così dovremmo svolgere, più volte asettimana, dell’attività fisica... questo tutte le settimane, tutto l’anno e non solo durante i due mesi che precedono le vacanze estive. Dobbiamo cambiare punto di vista, cambiare le priorità o perlomeno trovare più obbiettivi; dobbiamo capire che fare del movimento prima di tutto serve a mantenerci efficienti ed insalute, i miglioramenti estetici sono un “effetto collaterale” della corretta attività ma non devono esserel’unico motivo che ci spinge a praticarla. Chi è mosso esclusivamente da questioni estetiche prima o poiandrà ad esagerare o in un senso (smetterà di fare attività) o nell’altro (ne farà troppa).


    Come si può vedere dal grafico, esiste un ideale rapporto tra quantità/intensità di attività fisica e benefici che ne derivano.

Il Core

Per CORE si intende il centro, dove quindi abbiamo addominali, pelvi e zona lombare. E’ il nostro centro di gravità la cui debolezza ci porta ad avere delle disfunzioni con problematiche posturali, alterata funzionalità generale, mal di schiena, instabilità e fastidi vari, predisposizione agli infortuni, ma anche limitazione delle performance sportive. Esso distribuisce correttamente il peso, trasferisce al suolo le forze di reazione e assorbe le forze che subisce.


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Il Core - Le alterazioni posturali

Proseguiamo la disamina relativa al CORE e al suo corretto allenamento. Nel precedente articolo abbiamo paragonato il nostro centro ad un cilindro regolare, con un suo apice e una sua base. E abbiamo anche accennato, soprattutto durante l’esecuzione degli esercizi, alla necessità di creare una pressione intraddominale attraverso la contrazione dei muscoli del CORE. Ciò può avvenire efficacemente se la base del cilindro è correttamente allineata rispetto all’apice, in altre parole se il pavimento pelvico e il diaframma addominale sono sovrapposti rispetto alla verticale.


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Il Core - Progressione degli esercizi

In questo articolo partiremo dagli esercizi proposti nel primo modulo cercando di aumentarne la difficoltà e di variarne le modalità di applicazione per creare una corretta progressione di allenamento del CORE. Dopo aver correttamente applicato quanto visto nel nostro precedente articolo ”Il CORE”, con cui abbiamo, quindi, acquisito una sufficiente sensibilità e capacità nell’attivazione della muscolatura del CORE, possiamo, infatti, cominciare ad aumentare i carichi di lavoro.


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Il Core - dalla statica alla dinamica

Proseguiamo la disamina relativa al CORE e al suo corretto allenamento ma stavolta partendo dalla fase dinamica. Una volta che abbiamo preso confidenza con il CORE e la sua corretta attivazione e che ne abbiamo cominciato il rinforzo medianti gli esercizi in statica (come descritti nei nostri precedenti articoli e video), il passo successivo sarà quello di coinvolgere il movimento per stabilizzare ulteriormente il nostro cilindro. Quando ci muoviamo, il CORE rappresenta la cerniera su cui si inseriscono gli arti inferiori ma anche quelli superiori mediante la parte toracica: il CORE da stabilità e funzionalità al corpo coordinando e rendendo solidali il lavoro di braccia e gambe durante la fase dinamica.


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Respirare meglio

Respirare meglio per aumentare il nostro benessere: alcuni esercizi utilissimi
Nei precedenti articoli e video, abbiamo visto delle importanti tecniche, anche tramite lo yoga, per migliorare la cinetica respiratoria attraverso il coinvolgimento attivo del diaframma. Ma perché è così importante respirare bene? Sappiamo che possiamo sopravvivere senza mangiare per 30-40 giorni e di stare senz’acqua per molto meno tempo: tuttavia, senza ossigeno moriremmo entro pochi secondi. Tutte le nostre funzioni metaboliche sono, direttamente o indirettamente legate alla presenza di ossigeno e, direi in maniera inscindibile, al suo rapporto bilanciato con la CO2. Ricordiamoci poi, come, secondo un autorevole autore, il neurologo Karl Lewit, “se la respirazione non è normalizzata, nessuna altro modello/schema di movimento può esserlo”.


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